Adolfo Mazzinghi
1833
1893
Eroe di guerra
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Adolfo Mazzinghi
INDICAZIONI
Le coordinate della tomba sono: Latitudine: 39.210033825049024, Longitudine: 9.124524044041436
INDICAZIONIGENITORI
FRATELLI E SORELLE
CONIUGI
FIGLI
Nel secondo ordine di colombari est del Campo San Bardilio, una lunga iscrizione riassume la carriera di Adolfo Mazzinghi, un ufficiale dell’esercito le cui vicende personali coincidono con quelle finali del Risorgimento e la nascita del Regno d’Italia:
OH LARVA CARA!
AMATO ADOLFO MAZZINGHI
COME IL PASSAR DI LEGGERA ALA DI VENTO
T’ INVOLASTI ALL’ AFFETTO DEI TUOI CARI
IL BACIO DI TUA MADRE
S(AN). MARTINO IL PALPITO ARDENTE DEL 61 I CALABRI CLIVI
ED IL FUNESTO BRIGANTE CUSTOZA CIVITA CASTELLANA EDIL PONTE CLEMENTINO
LA TREPIDAZIONE DEL 20 SETT(EMBRE). 1870 QUANDO TRA I PRIMI
PORTASTI LA BANDIERA DEL 40° REGG(IMENTO). ATTRAVERSO LA BRECCIA DI PORTA PIA
L’ONORATA DIVISA DI CAPITANO IL PETTO DECORATO LA TUA DILETTA LIVORNO
I DOLORI DEL MORBO CHE DA LUNGO TEMPO TI TRAEVANO ALLA TOMBA
LE PURE E CASTE GIOIE CHE TROVAVI IN SENO ALLA FAMIGLIA
TUTTO FU UN SOGNO PER TE NELLA FUNESTA NOTTE
DEL 4 GENNAIO 1893
Nato a Livorno nel 1833, Adolfo Mazzinghi raggiunse la maggiore età mentre il Regno di Sardegna, dopo i rovesci militari subiti nella prima guerra d’indipendenza, nel biennio 1848-49, sotto la guida del primo Ministro Cavour era impegnato nel “decennio di preparazione” alla riscossa. Ebbe il battesimo di fuoco, perciò, a ormai ventisei anni, nella battaglia di San Martino, che il 24 giugno 1859, con quella parallela di Solferino sostenuta dalle armi francesi, concluse la seconda guerra d’indipendenza contro l’Austria, cui fu così sottratto il dominio sulla Lombardia.
Seguì per l’Italia il “palpito ardente” del 1861, con i plebisciti che annessero al Regno di Sardegna Toscana, Emilia, Marche, Umbria, e dopo l’impresa dei Mille di Garibaldi tutte le regioni dell’Italia meridionale, unificando politicamente la penisola sotto la corona dei Savoia e culminando con la proclamazione ottativa di Roma a capitale del nuovo Regno d’Italia, votata dal parlamento subalpino il 24 marzo di quell’anno.
Il processo fu tutt’altro che indolore, e in particolare nei territori dell’ex Regno delle Due Sicilie prese corpo ben presto un movimento insurrezionale su vasta scala, la cui violentissima repressione fu considerata e fatta passare agli occhi dell’opinione pubblica come una semplice “lotta al brigantaggio”, non potendosene ammettere l’effettiva natura di vera e propria guerra civile: questa ben strana “operazione di polizia” contro quelli che venivano definiti volgari “delinquenti comuni”, infatti, richiese addirittura l’impiego dell’esercito, e Adolfo Mazzinghi con i suoi commilitoni dovettero affrontare per anni un durissimo scontro armato che causò migliaia di vittime e danni materiali incalcolabili.
Appena chiuso il fronte meridionale se ne aprì un altro sul confine nord-orientale, con l’intervento dell’Italia a Fianco della Prussia impegnata in un conflitto con l’Austria. Scoppiò così la terza guerra d’indipendenza, il cui fatto d’armi maggiormente significativo fu la battaglia di Custoza, che il 24 giugno 1866 vide le truppe italiane duramente sconfitte da quelle austriache; i prussiani, tuttavia, ebbero la meglio sul comune nemico nella battaglia di Sadowa, per cui il Regno d’Italia poté comunque ottenere il Veneto con la pace di Vienna.
Parallelamente, a livello internazionale, andavano maturando le condizioni perché l’unificazione nazionale fosse completata con il rovesciamento dello Stato della Chiesa e l’annessione di Roma e del Lazio. I diritti del governo pontificio, infatti, erano sempre stati strenuamente sostenuti e difesi dalla Francia, che tuttavia nel 1870 fu annichilita dalla Prussia nella battaglia di Sedan. L’Italia, così, aveva spianata la via alla soluzione della “questione romana”. Fu tentato un accordo pacifico con Pio IX, ma al suo rifiuto il governo italiano diede inizio all’invasione dello stato pontificio. Il papa ordinò al proprio esercito di opporre all’aggressore una semplice resistenza formale, sufficiente a dimostrare al mondo che cedeva soltanto alla violenza. I soldati italiani, attraverso la breccia di Porta Pia, entrarono a Roma il 20 settembre 1870, fra l’entusiasmo della popolazione. In quel solenne momento, Adolfo Mazzinghi fu l’alfiere che portò il tricolore entro l’antica cinta muraria della città, atto che ne sanciva simbolicamente la presa di possesso e la dichiarava definitiva capitale de Regno.
L’epitaffio è importante anche per il ricordo della battaglia di Civita Castellana, in provincia di Viterbo: il 12 settembre 1870, dopo averla liberata alla testa delle proprie truppe, vi sostò lo stesso re Vittorio Emanuele II diretto a Roma, annettendola personalmente al Regno d’Italia. Il settecentesco ponte clementino si trova nelle sue vicinanze.
Dopo il congedo, il capitano Mazzinghi si stabilì con la famiglia a Cagliari, dove morì, sessantenne, il 4 gennaio 1893.
Adolfo Mazzinghi (1833-1893), War Hero
In the second row of wall tombs to the east of Campo San Bardilio, a long inscription summarises the career of Adolfo Mazzinghi, army officer, whose life and career coincided with the final events of the Risorgimento and the birth of the Kingdom of Italy:
Oh, dear spirit!
beloved ADOLFO MAZZINGHI
like the passage of a light breath of wind
you flew from the affection of your dear ones
the kiss of your mother
San Martino, the ardent pulsing of ’61, the hills of Calabria
and the deadly brigands. Custoza, Civita Castellana and the Clementine bridge
the trepidation of 20 September 1870, when
among the first
you carried the flag of the 40th regiment
through the breach of porta pia
your honoured uniform as captain, your military decorations
your beloved city of Livorno
the pains of the disease which for many years had been leading you to the tomb
the pure and chaste joys which you found in the bosom of your family
all became a dream for you on that fearful night
of 4 January 1893
Born in Livorno in 1833, Adolfo Mazzinghi came of age at the time when, after the military defeats endured in the First War of Independence, the Kingdom of Sardinia was engaged, under the guidance of Minister Cavour, in a decade-long preparation to resume the fight for independence. His fighting career started at the age of 26, at the battle of San Martino, which on 24 June 1859, with the parallel battle of Solferino supported by French troops, ended the Second War of Independence against Austria, which lost its dominion over Lombardy.
There followed for Italy the ‘ardent pulsing’ of 1861, with the plebiscites which annexed to the Kingdom of Sardinia Tuscany, Emilia, Marche, Umbria and, after the heroic undertaking of Gardibaldi’s ‘Expedition of the Thousand’, all the regions of southern Italy, Thus, Italy was unified under the Savoy crown. The process culminated with the declaration that Rome should be the capital of the new Kingdom of Italy, voted by the sub-Alpine parliament on 24 March of that year.
The process was anything but painless, in particular in the territories of the former Kingdom of the Two Sicilies, where a large insurrection was met with violent repression, presented to public opinion as a mere ‘fight against the brigands’, to conceal its true nature as a civil war. This purported ‘police operation’ against people labelled ‘common criminals’, was in fact conducted with the army. Adolfo Mazzinghi and his fellow soldiers were thus engaged for years in very hard fighting which caused thousands of victims and incalculable material damage.
As soon as the southern front was closed another opened on the north-eastern border, when Italy intervened to support Prussia engaged in conflict with Austria. This is known as the Third War of Independence, whose key military event was the battle of Custoza, which on 24 June 1866 saw the Italian troops severely beaten by the Austrians: the Prussians however triumphed over the common enemy at the battle of Sadowa, enabling the Kingdom of Italy to obtain the Veneto region with the Peace of Vienna.
In parallel, international developments were preparing the ground for completion of national unity with the overthrowing of the Papal States and the annexation of Rome and Lazio. The rights of the Papal Government, indeed, had always been strongly supported and defended by France, which however in 1870 was heavily defeated by Prussia at the battle of Sedan. This opened the way to Italy to resolve the ‘Roman question’. After a failed attempt to achieve a peaceful solution with Pius IX, the Italian government invaded the Papal States. The Pope ordered his army to offer only token resistance, to show the world that he was surrendering to violence. The Italian soldiers, through the breach of Porta Pia, entered Rome on 20 September 1870, amidst the enthusiasm of the people. In that solemn moment, Adolfo Mazzinghi was the standard-bearer who carried the tricolour through the ancient walls of the city, symbolically taking possession of the city that was thus declared capital of the Kingdom.
The epitaph also recalls the battle of Civita Castellana, in the province of Viterbo: on 12 September 1870, the town was freed by King Victor Emmanuel II himself at the head of his troops. He then made a short stay there, on his way to Rome, personally annexing the town to the Kingdom of Italy. The 18th century Clementine bridge stands in the vicinity.
After leaving the army, Captain Mazzinghi moved to Cagliari with his family, where he died at 60 years of age on 4 January 1893.
Adolfu Mazinghi (1833-1893), eroi de guerra
In su segundu ordini de is columbarius postus facias a orienti de su Campu de Santu Bardili, una longa iscritzioni resumidi sa carrera de Adolfu Mazinghi, un’uficiali de s’esercitu chi, cun is fatus personalis cosa sua, hat fattu tot’unu cun cussus finalis de su Risorgimentu e cun s’origini de su renniu de Italia:
OH LARVA CARA!
AMATO ADOLFO MAZZINGHI
COME IL PASSAR DI LEGGERA ALA DI VENTO
T’ INVOLASTI ALL’ AFFETTO DEI TUOI CARI
IL BACIO DI TUA MADRE
S(AN). MARTINO IL PALPITO ARDENTE DEL 61 I CALABRI CLIVI
ED IL FUNESTO BRIGANTE CUSTOZA CIVITA CASTELLANA EDIL PONTE CLEMENTINO
LA TREPIDAZIONE DEL 20 SETT(EMBRE). 1870 QUANDO TRA I PRIMI
PORTASTI LA BANDIERA DEL 40° REGG(IMENTO). ATTRAVERSO LA BRECCIA DI PORTA PIA
L’ONORATA DIVISA DI CAPITANO IL PETTO DECORATO LA TUA DILETTA LIVORNO
I DOLORI DEL MORBO CHE DA LUNGO TEMPO TI TRAEVANO ALLA TOMBA
LE PURE E CASTE GIOIE CHE TROVAVI IN SENO ALLA FAMIGLIA
TUTTO FU UN SOGNO PER TE NELLA FUNESTA NOTTE
DEL 4 GENNAIO 1893
Nasciu a Livornu in su 1833, Adolfu Mazinghi e’ lompiu a sa magiori edadi in su mentris chi su renniu de Sardigna, apusti de is derrotas militaris sunfrias in sa primu guerra de indipendentzia, in is annus 1848-49, sendi guidau de su primu Ministru Cavour fiat impenniau in su “decenniu de preparatzioni” a reagiri.
Su batiari de fogu, po custu, Mazinghi dd’hiat tentu oramai a bintises annus, in sa batallia de Santu Martinu, chi su 24 de lampadas de su 1859, cun cussa parallela de Solferinu gherrada de is armas francesas, hadi acabau sa segunda guerra de indipendentzia contras a s’Austria, obligada po custu a lassai su dominiu de sa Lombardia.
Hat sighiu, po s’Italia, su “palpito ardente” de su 1861, cun is plebiscitus chi hanti aciuntu a su renniu de Sardigna sa Toscana, s’Emilia, is Marcas, s’Umbria, e apusti de s’impresa de is Milli de Garibaldi totus is regionis de s’Italia meridionali, lompendi duncas a s’unificatzioni politica de sa terramanna asuta de sa corona de Savoia e, a sa fini, a sa proclamatzioni “ottativa” (balit a nai, disigiada) de Roma po capitali de su nou renniu de Italia, votada de su parlamentu subalpinu su 24 de martzu de su propriu annu.
Su processu est stetiu longu e dolorosu, e mascamenti in is territorius de s’antigu renniu de is Duas Sicilias hat pigau corpus, luegus, unu grandu movimentu rivolutzionariu, chi e’ stetiu allupau cun d-una repressioni feroci perou cunsiderada e fata passai a is ogus de s’opinioni publica che a unu simpri “cuntrastu a is brigantis”, ca non fiat possibili a nd’amiti s’efetiva natura de autentica guerra civili: po portai a innantis custa beni strama “operatzioni de politzia” contras a is chi fianta definius vulgaris “delinquentis comunus”, infatis, fiat tocau a imperai inderettura s’esercitu, e Adolfu Mazinghi cun is atrus soldaus cumpangius cosa sua hat depiu afronti po tantis annus unu scontru armau crudeli chi hat fattu vitimas a milli e a milli e dannus materialis chi no si podinti mesurai.
Nemancu fiat stetius serrau su fronti meridionali chi luegus si ndi fiat obertu unu atru a su confini nord-orientali, cun s’interventu de s’Italia a su costau de sa Prussia, impenniada in d-una cuntierra cun s’Austria. E’ sutzedia, diaici, sa tertzia guerra de indipendentzia, chi hat biu su fatu de armas cosa sua prus importanti cun sa batallia de Custoza, su 24 de lampadas de su 1866, candu is trupas italianas funti stetias derrotadas de mala manera de cussas austriacas; is prussianus, in donnia modu, hianta bintu a sa comuna inimiga in sa batalla de Sadowa, de manera chi, cumenti si siat, su renniu de Italia hat potziu otenni su Venetu cun sa paxi de Vienna.
In su propriu tempus, a livellu internatzionali, fianta madurendi is cunditzionis po chi s’unificatzioni natzionali fessit cumpletada furriendindi su Stadu de sa Cresia e pighendi possessu de Roma e de su Latziu. Is dirittus de su guvernu pontificiu, infatis, fianta stetius in donniora sustentaus e difendius strenuamenti de sa Francia, chi perou in su 1870 fiat stetia derottada de sa Prussia in sa batallia de Sedan. S’Italia, in custu modu, teniat apparixada sa bia a sa solutzioni de sa “chistioni romana”. Est stetiu intentau, prim’e totu, de si ponni de acordiu in manera pacifica cun Piu IX, ma a pusti ’e s’arrefudu cosa sua su guvernu italianu hat cumintzau s’invasioni militari de su stadu pontificiu. Su papa hat ordinau a s’esercitu suu de oponni a is aggripiadoris una simpri resistentzia formali, chi bastessit a dimustrai a su mundu chi su papa-urrei si fiat arrendendi sceti a sa violentzia. Is soldaus italianus, in mesu de su brocaxu de Porta Pia, funti intraus a Roma su 20 de cabudanni de su 1870, cun grandu cuntentu de sa populatzioni. In cussu solenni momentu, Adolfu Mazinghi est stetiu su porta bandiera chi nci hat intrau su tricolori in is antigus murus de cintu de sa citadi, autu chi nd’hat decretau in manera simbolica sa pigada de possessu de parti de s’Italia e dd’hat decrarada po sempiri capitali de s’intera natzioni.
S’iscritzioni est importanti fintzas po s’arregordu de sa batallia de Civita Castellana, in provincia de Viterbu: su 12 de cabudanni su 1870, apusti de dd’essi liberada a sa conca de is trupas suas, in custa bidda si nc’esti pasiau su rei Vittoriu Emanueli II, andendi facias a Roma, aciungendidda personalmenti a su renniu de Italia. Su ponti clementinu, fattu in su Settixentus, s’agatat inguni acanta.
Apusti de su cungedu, su capitanu Mazinghi s’est stabiliu cun sa famillia a Casteddu, aundi e’ mortu, a sessant’annus, su 4 de gennargiu de su 1893.